La Nuova Sardegna

Sassari

Tribunale

Alla ex moglie: «Ti pesto a sangue», un 51enne sassarese condannato per maltrattamenti

di Nadia Cossu
Alla ex moglie: «Ti pesto a sangue», un 51enne sassarese condannato per maltrattamenti

All’imputato sono stati inflitti due anni e otto mesi, pena più severa rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero che era di un anno e cinque mesi

23 aprile 2024
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Sassari Terminata la convivenza – perché i due si erano separati legalmente – avrebbe continuato a maltrattare la ex moglie e la figlia «con continue umiliazioni, minacce, percosse, ingiurie, aggressioni fisiche e verbali». Nel decreto che dispone il giudizio dell’uomo, un 51enne sassarese, c’è la descrizione di una serie di comportamenti che avrebbero esposto le due persone offese a «continue sofferenze fisiche e morali, un regime di vita intollerabile e a una incontrollata aggressività».

Ieri mattina il giudice Monia Adami ha condannato l’imputato (difeso dall’avvocato Salvatore Castronuovo) a due anni e otto mesi di reclusione oltre al risarcimento alla parte civile costituitasi con l’avvocato Gabriele Secchi. Pena più severa rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero Antonio Pala che era di un anno e cinque mesi.

Parla di “particolare avvilimento” il capo di imputazione, in riferimento alle frasi ingiuriose e minacciose che l’imputato avrebbe rivolto alla ex moglie: “Sei una stronza, bastarda, te la faccio pagare, vedrai che piangerai, quando passi ti prendo a schiaffi, vattene o ti pesto a sangue...te la faccio pagare...finirà male per te”. Con l’aggravante di aver pronunciato queste parole anche alla presenza della figlia minorenne. E poi ci sarebbero le altre accuse per essersi “sottratto, in qualità di genitore, agli obblighi di assistenza familiare, non versando la somma mensile per il mantenimento della coniuge e il sostentamento della figlia, come era stato stabilito dal tribunale civile di Sassari”. Reati, questi ultimi, che sono contenuti più volte nel capo di imputazione perché riferiti a periodi diversi.

L’avvocato difensore, Castronuovo, nella sua discussione ha messo in evidenza le contraddizioni della persona offesa che mai avrebbe parlato, né nella querela né sentita a sommarie informazioni, di presunte aggressioni fisiche subite dal marito. Circostanza che avrebbe riferito solo durante il dibattimento.

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